L'altra faccia delle lune

L'altra faccia delle lune

Maria De Sica

«Per la verità mostrarmi agli occhi di tutti in panni così ridotti mi causava molto disagio, ma era una cosa diversa che mostrare le gambe a freddo, come mi aveva chiesto a Parigi il rappresentante della Fox. Qui ero sul lavoro e l'apparente nudità nella vasca era richiesta dalla parte. Mi seccava di più che ogni volta fosse presente il produttore, che alle altre scene non assisteva mai. “Ti piace Amedeo?” mi domandava Vivi Gioi. Secondo lei solo un cuore di pietra non avrebbe accelerato i suoi battiti, nel petto di una donna, quando compariva, a piedi o a cavallo. A me invece piaceva Osvaldo Valenti. […] Vittorio non mi aveva colpito nel senso in cui avevo subito l'urto della personalità di Osvaldo, ma mi era risultato immediatamente simpatico».

Per fortuna, aggiungiamo noi, pensando a ciò che sarebbe potuto toccare in sorte alla protagonista di queste confidenze: Maria Mercader (La mia vita con Vittorio De Sica, Mondadori, 1978), nata in questo giorno. Invece alla brava e bella attrice spagnola, romantica e brillante, di notevoli qualità e di grande garbo, attiva in Italia dal 1940 (La gerla di papà Martin, di Mario Bonnard) al 1952 (Buongiorno, elefante!, di Gianni Franciolini), segnalandosi specie in Il re si diverte (1941, di Bonnard), Un garibaldino al convento (1942, di De Sica, galeotto per il loro incontro), Nessuno torna indietro (1945, di Alessandro Blasetti), La porta del cielo (1945, di De Sica), Natale al campo 119 (1947, di Pietro Francisci), Cuore (1948, di Duilio Coletti), Il cavaliere misterioso (1948, di Riccardo Freda), sarebbe toccata, appena trentacinquenne, la sorte di trasformarsi in madre dei suoi figli – il musicista Manuel, 1949, e l'attorcomico Christian, 1951 – e poi (dopo una lunga convivenza in odore di bigamia) in moglie del grande regista. Sarebbe tornata sullo schermo solo sporadicamente (Giovannino, 1976, di Paolo Nuzzi; Claretta, 1984, di Pasquale Squitieri; La casa del sorriso, 1988, di Marco Ferreri; Il conte Max, 1991, del figlio Christian; Al lupo, al lupo, 1992, di Carlo Verdone), e sarà sempre una gradevole sorpresa.

Riuscirà persino a far dimenticare di essere la sorella di Ramón, l'assassino di Lev Trockij: quella fatale piccozza da ghiaccio che forse ha cambiato il corso della storia.