L'altra faccia delle lune

L'altra faccia delle lune

Santa Maria de Los Angeles e il bosco di agrifogli

Viene riconosciuta in municipalità (praticamente: “fondata”) la città di Los Angeles, con 1600 abitanti circa, attestata sul fiume che novant'anni prima due missionari francescani spagnoli, Junipero Serra e Juan Crespi, avevano sinteticamente denominato -con un richiamo nostalgico al cuore dell'Umbria- El Rio de Nuestra Seňora la Reina de los Ángeles de Porciùncula e cui dodici anni più tardi, poche decine di colonizzatori messicani avrebbero dato corpo di agglomerato abitativo, con la coerente, icastica denominazione di El Pueblo de Nuestra Seňora ecc.

All'epoca, ovviamente, il cinema non c'era ancora e tanto meno incubava da quelle parti, e neppure ci sarebbe stato all'atto del riconoscimento della California come Stato dell'Unione (pari anno), con le complicazioni belliche legate anche alla corsa all'oro nel frattempo scatenatasi, e del decisivo pervenire in città della ferrovia (1876). Poi il boom del petrolio e il resto delle note vicende.

Se nel primo decennio del secolo scorso i monopolisti del Trust non fossero stati così decisi e privi di scrupoli nella difesa dei propri brevetti esclusivi, da costringere di fatto gli aspiranti indipendenti a fuggire via da Chicago e New York mettendo in mezzo quante più miglia possibile (l'intero subcontinente), il distretto losangelesino di Hollywood (il “bosco di agrifogli”, così denominato probabilmente ad opera di Daeida Wilcox Beveridge ed escogitato a fine Ottocento da Hobart J. Whitney) non sarebbe rapidamente divenuto nei decenni successivi quello che è stato ed è. Ma la storia notoriamente, ecc.ecc.

Qui potrebbe venir voglia di aprire un gioco su quanti titoli di film comprendono il nome L.A., o quello ancora più interminabile riguardo ai lungometraggi ambientati nella metropoli californiana. A chi scrive, però, viene invece in mente subito il personaggio dell'indecifrabile “Los Angeles Joan”, alias Martha, sostenuto dalla fantastica e troppo presto dimenticata Shelley Duvall in Nashville. Il suo ritiro dal cinema all'inizio del nuovo millennio fu un colpo basso. Il ripensare al capolavoro totale e irripetibile di Altman, e al suo essere datato 1975, ci fa capire definitivamente come tanto proditoriamente siamo diventati vecchi. Di quanto siamo stati defraudati, come aveva concluso Simone de Beauvoir.