L'altra faccia delle lune

L'altra faccia delle lune

22 dicembre 1961

Si costituisce a Milano la 22 Dicembre, la società di produzione partecipata al 51 per cento da Bruno Janni, segretario generale della Edisonvolta [nonché secondo cugino di chi scrive], e avente come soci fondatori il regista Ermanno Olmi, il critico Tullio Kezich (direttore artistico), Filippo Meda, Alberto Soffientini e il direttore della fotografia Lamberto Caimi, già amici e collaboratori di Olmi per i documentari degli anni '50.

Nel 1964, quasi alle soglie dell'assorbimento da parte della Titanus (a sua volta acquistata dalla Edison), appare una smilza ma elegante brochure che illustra i Sei film prodotti dalla società: Una storia milanese di Eriprando Visconti, I ragazzi che si amano di Alberto Caldana, I fidanzati dello stesso Olmi, La rimpatriata di Damiano Damiani, I basilischi di Lina Wertmüller, Il terrorista di Gianfranco De Bosio, una bella sferzata di aria nuova nel cinema italiano, e così commenta: «Sei film sono pochi per delineare compiutamente un programma di lavoro, ma rappresentano un cartello sufficiente per affermare una presenza, per accennare a certi criteri generali d'impostazione, per verificare i primi risultati. In tutti i casi valgono più di tante parole, di un programma semplicemente annunciato.

La 22 dicembre (così chiamata perché i suoi animatori si riunirono in prossimità del Natale 1961) nasce dal gruppo di lavoro venutosi a formare intorno alla Sezione cinematografica di una grande industria milanese. Le sue origini sono documentaristiche, riguardano l'aspetto più concreto e funzionale del cinema. Dopo un'esperienza indipendente fatta con la 24 Horses, produttrice de Il posto, il gruppo ha tentato un passo più deciso nella direzione del cinema professionistico. Benché la nuova società si proponga fini editoriali nei più svariati settori del campo audiovisivo [produce anche il documentario 700 anni di Olmi e le cinque puntate di L'età del ferro di Rossellini], il film spettacolare è stato scelto come primo banco di prova.

Le idee generali si rilevano facilmente: affermazione di una politica di qualità attraverso costi ragionevoli, fiducia negli autori, carta bianca agli esordienti [lo sono 4 su 6] meritevoli di attenzione. [I sei film] sono stati realizzati seguendo un criterio artistico ed economico di estremo rigore. La critica, le giurie dei festival e il pubblico hanno sottolineato con interesse i primi risultati».

Altri tempi.