L'altra faccia delle lune

L'altra faccia delle lune

21 dicembre 1959

2005, 2009, 2013. Un film ogni quattro anni. Nel mantenimento di un modo e di un impegno (soprattutto con se stesso), anche se in un decrescendo di sorprese e di attese. Il nato di questo giorno costituisce un genere a sé, è un genere a sua volta.

Il primo film resta in programmazione al cinema Mexico di Milano per oltre un anno e mezzo. Il secondo ottiene tre David e tre Nastri d'argento. Il terzo si deve accontentare degli onori resi alla sua congeniale protagonista, ma basta e avanza.

Il primo è parlato anche in occitano. Il secondo fa uso di un dialetto emiliano desueto. Il terzo dovrebbe tener conto dell'antico aruak o di altre lingue degli indios.

Il primo è girato tra montagne impervie. Il secondo tra colline altrettanto impervie. Il terzo in mezzo a foreste poco accessibili.

Il primo parla di diffidenza verso il diverso ma anche di solidarietà. Il secondo della vita (e della morte) dei poveri in tempo di guerra, ma anche dell'universo femminile. Il terzo del senso della vita, ma anche della fede nella natura.

In omaggio al pudore e alla riservatezza che egli adotta, vi lasciamo indovinare il nome dell'autore.