L'altra faccia delle lune

L'altra faccia delle lune

La Venezia di Gambetti

Viene inaugurata, sotto la direzione di Giacomo Gambetti, la XXXIV Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il direttore sembra di basso profilo, non è forse nome noto al grande pubblico, ma è uno che ci sa fare. In Rai dalla fine degli anni '50 resta a lungo responsabile della programmazione e produzione di film e telefilm italiani e stranieri, realizzando direttamente – per Radio e TV – documentari e programmi di informazione e di critica cinematografica. Considerato uno dei massimi conoscitori ed esperti (con singolare accoppiata) di Zavattini e di Gassman, ai quali dedica diversi volumi, nell'aprile 1985 fonderà la rivista del cinema e dello spettacolo Lumière, autoprodotta e autogestita sino al 2010. Tra i suoi principali interessi di critico e divulgatore, oltre al cinema italiano, ci sono cinematografie "sconosciute": ungherese, polacca, portoghese, rumena, cinese, il che per Venezia non guasta. .

Anche la data della manifestazione è insolita (si chiuderà il 15 novembre, senza che vengano assegnati premi), ma il periodo è tutt’altro che tranquillo. Nel 1972, in opposizione alla mostra “ufficiale”, si sono tenute in città le Giornate del cinema italiano, organizzate direttamente dagli autori (Anac e Aaci) e nel 1973 si è dimesso il commissario (non è direttore) Gian Luigi Rondi, “colpevole” tra l’altro, lui cattolico integralista, di aver presentato I diavoli di Ken Russell. Salta la manifestazione, sostituita di nuovo ma meno felicemente dalle Giornate, anche perché lo statuto della Biennale è ancora fermo in Parlamento, immutato dal periodo fascista.

Scrive nell’occasione La Stampa: «Chi ha partecipato alle polemiche contro lo statuto fascista e ne ha ottenuto finalmente la distruzione spera che la rottura degli argini dia una benefica alluvione di cinema per tutti. Ma il direttore di sezione, Gambetti, si affretta a spiegare: “Guardate, è una prova, un assaggio. Sperimentiamo una formula che dovrà distendersi nell’arco di quattro anni”». Non mancano le novità: proiezioni decentrate rispetto al cuore della città; programma che comprende documentari italiani e stranieri antifascisti, film dell’America Latina, film femministi; personali per Buñuel e Antonioni; ingressi a 100 lire. Come non mancano le polemiche: tutti contro tutti. Ma il prudente Gambetti mantiene l’esile bastone di comando sino al 1976 e con esso buona parte delle promesse.