L'altra faccia delle lune

L'altra faccia delle lune

La Mostra contesta se stessa

Si apre la XXXIII Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Spicca il discusso Arancia meccanica di Stanley Kubrick, con protagonista Malcolm McDowell: ma provocherà l'indignazione di istituzioni e parti politiche e verrà attaccato duramente dalla censura per «la rappresentazione di temi di violenza esplicita» (per questo sarà vietato ai minori di 18 anni fino al 2007, quando il limite di età verrà abbassato a 14 per consentirne finalmente il passaggio televisivo). Attesa si crea anche per Il Maestro e Margherita di Aleksandar Petrović, che peraltro si rivela meramente «illustrativo e riduttivo (in tutti i sensi dell'aggettivo), inerte e deprimente» (Morandini). Nella sezione Venezia 33 (la Mostra tradizionale) l’Italia ha i soli film di Carmelo Bene (Salomè) e Carlo Tuzii (Tutte le domeniche mattina). Ma niente competizione e, di conseguenza, tutto scivola via, senza strascichi polemici.

La polemica è altrove. Nel mirino, specie da sinistra, c'è il direttore (in realtà “vicecommissario per il cinema”) Gian Luigi Rondi. Cattolico, se non proprio democristiano, moderatamente mondano, con amicizie internazionali e legami con i dirigenti dell’Agis, una sorta di “grand commis” imperturbabile, intoccabile e imperituro, è per quasi tutti il simbolo del vecchio sistema da abbattere. Commenta il moderato Leo Pestelli sul quotidiano della Fiat: «Quest’anno le polemiche non si sono avute soltanto fuori dal sistema (da parte di dissidenti antifestivalieri per principio), ma anche dentro al sistema: che il vecchio Statuto della Biennale, sempre più inadeguato alle esigenze democratiche, e il correlativo ripiego della gestione commissariale sono ormai venuti in tasca a tutti; e unanime è ormai la richiesta di riforme. Soltanto la neghittosità della cosa pubblica ha potuto fare che la situazione arrivasse fino a questo punto, con la Mostra, in forse fino all’ultimo momento, che contesta se stessa» (La Stampa).

Tanto per cominciare, in opposizione alla mostra “ufficiale”, si tengono in città le Giornate del cinema italiano, organizzate direttamente dagli autori (Anac e Aaci).