L'altra faccia delle lune

L'altra faccia delle lune

Dai soggetti ai film

Se ci fosse un solo motivo per ricordare Renzo Renzi, nato in questo giorno, ed essergli grato, sarebbe la collana “Dal soggetto al film”, da lui ideata e diretta, presso Cappelli, per ben 22 anni, dal 1955 (Giulietta e Romeo di Castellani) al 1977 (Padre padrone dei Taviani), la prima iniziativa che ha saputo percorrere l'intero percorso creativo di un'opera cinematografica. Sino allora si usava tutt'al più ma raramente pubblicare, in volume o su rivista, i dialoghi di un film ed esistevano poche iniziative sporadiche che si spingevano sino alla sceneggiatura, così importante per valutare e studiare un film in tempo in cui la memoria non disponeva certo di altri supporti. 

Da ricordare per esempio, per limitarci al cinema italiano, I promessi sposi di Camerini nel 1942, Via delle cinque lune di Chiarini nel 1942, La terra trema di Visconti nel 1951, Umberto D. di De Sica e Zavattini nel 1952, Febbre di vivere di Gora nel 1953, Ossessione di Visconti nel 1953. Tutto qui. Ebbene la collana di Renzi poneva a disposizione tutti i testi del percorso, corredati da materiali vari (anche diari di lavorazione e testimonianze) e da numerose foto di scena e di set e introdotti da un critico sovente di vaglia. Poco male se il produttore che sponsorizzava l'iniziativa imponeva talora prodotti non proprio memorabili (che so, coproduzioni come Barabba di Fleischer o La diga sul Pacifico di Clément), anche se ugualmente utili per smontare il meccanismo. L'importante è che sembrava davvero, per la prima volta, di entrare in un film, e non soltanto in un cinema.

Certo Renzi, scomparso il 17 ottobre 2005, andrebbe raccontato per tante altre cose: i suoi documentari (per esempio il geniale Guida per camminare all'ombra, 1954), magari per il soggetto L'armata s'agapò (1953), che fruttò a lui e ad Aristarco la detenzione in un carcere militare e un clamoroso processo per vilipendio dell'esercito, magari per il suo radicamento nella realtà culturale e cinetecaria bolognese, oltre che naturalmente per la sua attività di critico, di storico, di memorialista, tradotta in decine di libri, di cui una quindicina dedicata al suo intenso rapporto con Fellini. Ma quei volumi, addirittura per la prima serie rilegati in similtela, costituiscono ancora oggi il vanto di una biblioteca specializzata.