L'altra faccia delle lune

L'altra faccia delle lune

Un tubo catodico per la Mostra

Si inaugura la XIII Mostra d'Arte Cinematografica (la “Mostra dei venti anni”).

Mentre al Palazzo del Cinema si proietta Altri tempi di Alessandro Blasetti («È di rigore l'abito da sera. Tutti i biglietti sono esauriti»), al Nuovo Rossini (prezzo, tasse comprese, galleria lire 500, platea lire 400) avviene un più epocale evento: «Ore 21.30: presentazione della televisione su grande schermo. Ore 21.35: La cavallina storna di Guido Guerrasio, cortometraggio televisionato. Ore 22.30: televisione della cerimonia inaugurale. Ore 23.30: Room for one more [C'è posto per tutti] di Norman Taurog, con Cary Grant».

Commenta l'anno successivo Flavia Paulon, mitica “segretaria” della Mostra e biografa “ufficiale” della stessa (cfr. La dogaressa contestata, 1971): «L'arco del cielo che unisce il Lido a Venezia vibrava d'un fascio di raggi o di onde emessi dal grande alone del ponte radio installato sul Palazzo del cinema in collegamento con il cinema Rossini di Venezia». É la prima trasmissione televisiva proiettata su grande schermo in Europa, ben prima del battesimo ufficiale della Tv italiana (3 gennaio 1954).

Quel che più importa è che – la notizia risale al 2002, nel cinquantenario – la Cineteca di Rimini dispone della copia restaurata di La cavallina storna, mentre la Cineteca di Bologna conserva, opportunamente restaurato, un altro documentario di Guerrasio, Il “gamba di legno” (mitico trenino di Milano), presentato a Venezia in quella stessa occasione.

A tanti anni di distanza Guerrasio – un regista, e uno storico, e altro ancora, che andrebbe meglio ricordato – il quale ha da poco festeggiato i 94 anni, ne va giustamente fiero.